Domande utili, inutili, funzionali e limitanti

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Spesso ci poniamo domande del tipo: “Perché non riesco a portare a termine le cose che dico di voler fare?” oppure “perché capitano tutte a me?”. Altre volte ci diciamo invece: “Perché quando riesco a fare cose che pensavo di non essere in grado di fare mi sento soddisfatto? Oppure “perché quando sono in compagnia di persone entusiaste e motivate mi sento bene?” In base a queste domande ci daremo poi delle risposte, che saranno però completamente diverse. Se ci troviamo in uno stato negativo, come nei primi esempi, ci daremo risposte demotivanti, tipo: non sono costante, non ci riesco, non sono all’altezza della situazione, perché sono sfigato, gli altri sono migliori di me, e così via. Quando invece ci troviamo in uno stato positivo, le risposte che ci daremo saranno indirizzate a rafforzare le nostre qualità, tipo: perché sono bravo, perché sono sensibile, perché so fare le cose, perché mi impegno, perché gli altri mi danno energia, ecc. Si tratta in qualsiasi caso di credenze che abbiamo fatto nostre nel tempo, negative e poco utili nel primo caso, e positive e funzionali nel secondo. Cosa ci insegna questo? Che dobbiamo imparare a chiederci il “perché” delle cose solo quando ci troviamo in uno stato positivo. E questo ci permetterà di sentirci bene e motivati a proseguire nel nostro lavoro.

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