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Giustificare i nostri comportamenti ci dà sicurezza

Oggi pomeriggio parlavo con una persona non troppo giovane e non ho potuto fare a meno di riflettere su cosa significhi in realtà la parola consapevolezza. Lei si ostinava a giustificare i suoi comportamenti, malgrado l’evidenza dei fatti. E così, ho provato a mettermi nei suoi panni, per cercare di capire. Ecco, spesso tendiamo a giustificare a spada tratta le nostre azioni ed i nostri comportamenti perché questi ci danno sicurezza. Siamo disposti anche a negare l’evidenza, pur di giustificarci. E questa cosa mi ha fatto pensare che, in realtà, diventare consapevoli di quello che facciamo, non è né normale né facile. La difficoltà sta proprio nel fatto che non siamo disposti a ad accettare i nostri sbagli e a mettere in discussione le scelte sbagliate che facciamo.

Segreto n. 10. Le persone consapevoli sono sempre disposte ad accettare i loro sbagli ed a correggere i propri errori.

Estratto n. 7 (dal libro: fumo zero) – Le credenze

Le credenze sono come delle profezie auto-avveranti, nel senso che, se tu credi che una cosa sia vera o falsa, farai di tutto (ovviamente a livello inconscio) perché questa si avveri. Quindi, se credi di non poter fare a meno della sigaretta (credenza), o non di avere la forza di smettere, succederà che, qualunque sforzo tu faccia, non riuscirai ad ottenere quel risultato.

Da chi dipende la nostra vita?

da chi dipende la nostra vita?

Da chi dipende la nostra vita?

Una delle tante convinzioni acquisite, un po’ da tutti noi, è quella di credere che il nostro stato attuale e la nostra vita dipendano sempre più spesso dalle circostanze esterne, o dai soldi che non abbiamo, o dal comportamento degli altri. E il fatto grave è che spesso non ne siamo nemmeno consapevoli. La conseguenza di tutto ciò è che accettiamo di subirne le conseguenze, vivendo una vita che desidereremmo cambiare, ma che in realtà accettiamo di subire, per mancanza di coraggio.

E se invece decidessimo di non lasciare le cose nelle mani del fato?

Se cominciamo a credere che possiamo prendere il controllo della nostra vita e che non è giusto rimanerne fermi ad aspettare, allora non accettiamo più l’idea che ci troviamo in quella situazione a causa di altri, e che non è vero che non possiamo farci niente. La fiducia nel nostro potere di cambiare le cose fa si che  cominciamo a pensare che prima o poi qualcosa accadrà, e che troveremo un modo per raggiungere i nostri obiettivi. E così, cominci ad essere più attento ai piccoli dettagli, a tutto ciò che ascolti, che vedi e a tutto ciò che ti dici. Questi pensieri creano a cascata tutta una serie di avvenimenti e di momenti, che non sai neppure tu come siano partiti o accaduti, ma che generano il cambiamento, la crescita, che ti aprono le porte alla fantasia, spingendoti a partire alla grande. E così, improvvisamente, tutte quelle cose che erano rimaste li, ferme, che non avevano avuto modo di andare avanti, vengono spinte in un vortice. E tutto riparte.

L’ostacolo alla nostra crescita personale e al nostro benessere.

l'ostacolo alla nostra crescita

Sai qual’é il vero ostacolo? Spesso non abbiamo la voglia e soprattutto il coraggio di fare delle scelte, di vivere la nostra vita come la vogliamo, e non ci vogliamo bene. Ci nascondiamo dietro delle scuse banali: adesso non ho tempo, in un altro momento, adesso ho altre cose a cui pensare, non sono abbastanza sereno per pensare a queste cose, non ho soldi. Sappiamo che vivere una vita da demotivati e piena di stress ci fa male. Ma pensiamo che ci siano cose ben più importanti a cui pensare. Ma quante vite abbiamo? 1, 2, 10? No, solo una. E’ qui ed ora che dobbiamo viverla, nelle migliori condizioni possibili. Ci dobbiamo gratificare, perché siamo delle brave persone. La nostra cultura ci ha trasmesso che siamo persone inadeguate, che facciamo sempre degli errori, e che per questo, meritiamo delle punizioni. E il senso di colpa che spesso viviamo fa parte anche di questa cultura. E allora, nei momenti in cui siamo scarichi, per una delle tante difficoltà della vita, andiamo giù, e facciamo fatica a rialzarci.

Quanto sarebbe meglio se apprezzassimo e  rendessimo note le cose belle o positive che facciamo? Ci sentiremmo più contenti e soddisfatti di noi. Ed è per questo che dobbiamo lavorare con i nostri figli e con le persone che ci circondano. Gratificarci e gratificare gli altri, per vivere meglio. Questo dovrebbe essere il messaggio. Devo ammettere che a volte io sono il primo a dimenticarmene, e questa riflessione è dedicata quindi anche a me. L’importante è esserne consapevoli e ripartire da lì.

La cosa che sinceramente mi assilla è solo una, e ve la dico: voglio che quando sarà giunto il momento di lasciare questa terra, sempre che ne avrò il tempo  di farlo,  facendo un riassunto della vita trascorsa possa dirmi: sono soddisfatto delle mie scelte e della vita che ho vissuto. Ho dato il massimo a me stesso e agli altri. Mi sono impegnato per aiutare le persone a far capire la necessità di vivere bene la loro vita e di credere nelle loro possibilità, e mi sono impegnato per essere un esempio ed un punto di riferimento.

Non mi aspetto che gli altri si ricordino di  me, anche se dentro di me, me lo auguro. Quello che conta è che abbia fatto qualcosa di bene per gli altri. E probabilmente, in qualche momento della loro vita, se ne ricorderanno.

Consapevolezza

Consapevolezza.

– quanto siamo consapevoli delle nostre azioni?
– e poi, quanto siamo disposti ad accettare le cose di cui diventiamo consapevoli? Sono due domande legate a doppio filo. Se accetti di essere consapevole della tua vita, devi essere poi disposto ad accettare il cambiamento che ne consegue.
Diventare consapevoli delle proprie azioni e dei propri comportamenti, vuol dire cambiare atteggiamento, ed essere disponibili a cambiare il proprio comportamento e le proprie abitudine, che a quel punto diventano spesso obsolete. Ma cambiare è un po’ come ammettere il proprio fallimento, il fallimento delle nostre idee preconcette. E questo di per se ci crea sofferenza, perché dobbiamo ammettere che non è sempre vero ciò che crediamo sia vero o falso, giusto o sbagliato. Ci sono persone che piuttosto che cambiare, preferiscono negare l’evidenza. Lo vedi tutti i giorni. C’è chi è abituato ad usare quel telefonino e non lo cambierebbe per tutto l’oro del mondo, anche se non funziona bene, perché quello ormai lo conosce e con un telefono nuovo dovrebbe ricominciare ad imparare ad usarlo. Ragazzi, il cambiamento crea panico e insicurezza, lo sappiamo. E allora perché cambiare?
L’altro giorno, una mia amica a cui avevo detto: “dici che quel telefono non funziona e che si blocca in continuazione. Ed è pure vecchio. Ma perché non te ne compri uno nuovo?” “Lascia perdere, mi ha detto, mi tengo il mio telefono così com’é. Lo cambierò solo quando non funziona più. Fino a che non sarò costretta a cambiarlo, me lo tengo”.
Non c’è niente da fare. La maggior parte delle persone si ostina, anche di fronte all’evidenza, a comportarsi nel solito modo, pur di non cambiare, di non accettare di doversi trovare di fronte a cose nuove, a nuove esperienze, e a una diversa visione della vita. Le persone non vogliono cambiare. E soprattutto non vogliono accettare il disagio iniziale ed il dolore che può crearsi nell’allargare i propri orizzonti.

Eroe o codardo

Qual’è la differenza tra un eroe ed un codardo?
Non c’è differenza. Dentro sono esattamente uguali.
Hanno entrambi la paura di morire o di restare feriti.
Ma è quello che l’eroe fa, che lo rende un eroe.
Ed è quello che l’altro non fa, che lo rende un codardo
(dal film: Tyson).